Dio salvi la Regina Elisabetta

La regina Elisabetta viene festeggiata dal suo popolo in occasione dei suoi settant’anni di regno. In una società dove contano solo le scelte individuali e regnano il capriccio del consumatore e il confort dell’egoismo, Elisabetta appare come l’incarnazione di quel senso del dovere che ancora affascina e suscita anche l’ammirazione dei cinici e dei creatori del nuovo.

Il corso della storia scorre e l’impero britannico si è dovuto trasformare in Commonwealth, le antiche colonie si sono mutate ormai in Stati indipendenti, ma tutto si lega nello spirito di servizio dei Windsor, in quel senso della misura e della dignità che, attraverso la Regina e finché sarà ancora in vita, è destinato a sopravvivere.

Nel 2017 Elisabetta pronunziò davanti al Parlamento il discorso della Corona, che riprendeva quello dell’allora primo ministro Teresa May. Fu un discorso favorevole alla Brexit perché la Regina aveva capito che quella era la volontà del suo popolo.

Poi la pandemia impose anche ai britannici misure drastiche di confinamento ed Elisabetta raccomandò coraggio e speranza, senza cadere nel patetico e nel contraddittorio dei governi nazionali europei che predicavano creando il più delle volte tanta confusione.

In una società che segna oggi la disgregazione dell’istituto familiare, Elisabetta si muove ora aiutata da una stampella, che è ancora quella del defunto consorte. Così, anche nei ricordi più spiccioli Elisabetta sta dimostrando di voler superare la sfera della libertà individuale perché l’amore reciproco degli sposi è ancora qualcosa di veramente grande.

Elisabetta ha sottolineato in tutti questi anni di non essere un capo-banda come i presidenti dei governi eletti, ma una regina che rappresenta tutta la Nazione, nel caso di Elisabetta le 5 nazioni che compongono il regno che ha segnato la Storia e che regna sull’insieme del popolo.

In Europa sussistono ancora numerose monarchie, fortunatamente solo rappresentative (e ben retribuite) di un’epoca finalmente risolta, ma la Corona britannica attraverso i sui riti ed i suoi fasti mantiene le sue prerogative perché Elisabetta è la sola sovrana veramente toccata dal favore di Dio perché è davanti a Dio e da Dio che ha posto sulle sue spalle il peso dei suoi doveri e da qui la sua autorità. Una verticalità che esula dalle sconcezze politiche e dai favori elettorali e che le dà valore.

I detrattori delle monarchie ed i piccoli di mente forse non capiranno questo scritto di un “ultras“ repubblicano che non vuole assolutamente tessere il panegirico dei Windsor: ci sono Charles, Andrea, William, Henry, ultimi eredi…come potrebbe farlo senza contraddirsi?

Così, celebrando l’autorità della Regina, un’immagine sembra tradurre fedelmente quello che rappresenta la figura di Elisabetta: l’esile regina che, alla morte del padre, re Giorgio, scende dall’aereo e viene accolta da tutto il suo governo ai piedi della passerella. Davanti a tutti Winston Churchill, il vecchio e glorioso uomo di Stato che toglie il suo cappello e si inchina davanti alla nuova Sovrana perché in Lei riconosce il regno che ha servito e in Lei rivede l’incarnazione della Nazione.

Eugenio Preta