L’ALTRA SICILIA SULLA CANDIDATURA BORSELLINO

Bruxelles, 28 ottobre 2005

L’Altra Sicilia saluta con favore la candidatura di Rita Borsellino oggi apparsa sulla stampa, tanto più perché essa non sembra espressione delle solite segreterie di partito e quindi si presta meno a strumentalizzazioni di sorta. Il nome che porta e le idee che ha espresso in questi anni sono certo garanzia di un costume politico diverso rispetto all’imperante affarismo politico senza respiro.


Nello stesso tempo ci teniamo a distinguere la nostra posizione tanto dagli “invidiosi” che cercano di minimizzare o neutralizzare un fatto che potrebbe imprimere una svolta alla nostra politica, quanto dai “ruffiani” che, fiutando il successo elettorale, subito si sperticano in lodi della futura possibile presidente, cercano di saltare sul carro e di lucrare posizioni personali o di partito vantaggiose.

Con la trasparenza e la linearità che ci ha da sempre contraddistinto, con le carte in regola per aver sempre ricordato il contributo del fratello alla Nostra Amata Sicilia, vogliamo tentare un’analisi lucida della novità di oggi.

Intanto, quasi di striscio, notiamo che non è nemmeno delle primarie dell’Unione che una candidata del calibro carismatico della Borsellino ha bisogno: poteva spezzare il “cartello” consociativo che soffoca la società e la politica siciliana con una candidatura autonoma alla Presidenza che non solo non passasse dai partiti (ciò che oggi ha avuto il coraggio di fare) ma che non passasse neanche dagli “schieramenti” (come invece continua a fare). Se poi l’Unione, in evidente affanno per mancanza di candidati presentabili, si fosse voluta accodare… tanto meglio. Ma Rita Borsellino non ha bisogno de L’Unione per convincere i Siciliani mentre è vero soltanto l’opposto.

E del resto a che servono, a questo punto, le primarie?


Borsellino contro chi?


Contro Bianco?

Ma ci facciano il piacere…

La strada è già segnata: le primarie saranno soltanto un’incoronazione di un’icona vivente (una delle poche in Sicilia) e poi le elezioni – vogliamo azzardare – saranno solo la conclamazione delle primarie. Ciò che sarebbe stato impossibile a qualunque candidato del Centro-Sinistra, anche a persone rette ma considerate estremiste, diventerà relativamente facile alla Borsellino, anche se il Centro-Destra amministra il potere, anche se si allea con la marea montante di autonomismo che ha deciso di militare con Lombardo, Musumeci e Pellegrino.

E poi?

Ci è consentito azzardarci di pensare al “poi” o la potenziale sconfitta di Cuffaro sarebbe notizia talmente ghiotta da offuscare la nostra ragione?

In sé, certo, una Rita Borsellino a Palazzo d’Orléans è una svolta a dir poco epocale nella lunga storia della Nostra Isola. Una svolta nel metodo politico, nel costume, … di cosa dovremmo dunque preoccuparci?

Intanto, però, se l’icona si spende, essa esce dal quadro in cui era idealmente collocata per diventare un politico “normale”, esposto ai rischi di logoramento ed alle pressioni di qualsivoglia altro politico. Ma poi soprattutto, da ora in poi, non sarà più solo Rita “Borsellino”, con l’enfasi sul cognome, ma soprattutto “Rita” Borsellino, con l’enfasi sul nome proprio, su ciò che lei, in prima persona, saprà fare per un Popolo assetato di giustizia, di lavoro e di dignità.

E infatti, alla nostra analisi, è di tre cose che la Sicilia ha oggi urgentemente bisogno, tre cose non separabili ma concettualmente distinte:
1. legalità, ad ogni livello;
2. sviluppo, in tutte le zone e classi sociali;
3. identità, rispetto della propria autonomia e della propria cultura, da non nascondere più, ma di cui essere orgogliosi.

Sul primo bisogno conosciamo bene la Rita Borsellino; non necessitiamo di ulteriori indagini per sapere che sarà contraria alla mafia, alle raccomandazioni, agli abusivismi di ogni fatta, e così via.

Ma sugli altri due punti che dire?

In realtà ne sappiamo ancora molto poco…
Certo, fosse anche ridotta la sensibilità sui secondi due temi, saremmo disposti ugualmente a sostenerla in una lotta con l’avversario, non perché di Centro-Sinistra (noi ci sentiamo trasversali, molti di noi vengono da esperienze moderate e in ogni caso non è questo il problema), ma perché – come detto nella Nostra Carta – riteniamo la lotta di liberazione dalla “mafia”, questa intesa nel senso più lato, come una lotta “preliminare” a qualunque lotta successiva per la liberazione della Nostra Terra.

In altre parole: meglio di niente! Intanto ristabiliamo un principio di legalità che è misconosciuto dalle nostre parti da quando almeno è stato soppresso il Regno di Sicilia (1816), con poche eccezioni, e poi si vedrà.

Ma sarebbe troppo poco! Sarebbe ancora soltanto il male minore!

Che ne pensa, infatti, la Borsellino dell’Autonomia della Sicilia?


Che ne pensa della lingua siciliana?


Che ne pensa dei diritti dei Siciliani all’estero?


Quali sono i suoi progetti di sviluppo nei settori trainanti dell’economia?


Come vuole arginare l’emorragia di giovani?


Di chi è, secondo Lei, il diritto principale a sfruttare i proventi del petrolio, del gas e dell’energia elettrica estratti o prodotti in Sicilia?


Che dobbiamo fare con la favoletta del “ponte”?


Come dobbiamo uscire dalla piaga del precariato?


Che facciamo con la soppressione illegittima dell’Alta Corte?


A quando l’applicazione degli articoli 36-40 dello Statuto sul radicale federalismo finanziario?

< A quando l'applicazione dell'Art. 20 sulla devoluzione integrale di funzioni da parte dello Stato centrale?

Che ruolo deve giocare la Sicilia nel Mediterraneo?

Se non si darà risposta chiara a questi ed altri simili quesiti il rischio è di sostenere, magari sull’onda di un entusiasmo generale, un nuovo “Orlandismo”, fatto di grande promozione d’immagine e di sincera pulizia morale, ma povero di richiami identitari e privo di progetti concreti, e perciò destinato all’involuzione.

Il Popolo Siciliano si entusiasma facilmente alle attese messianiche, noi no, ci consideriamo un’avanguardia più smaliziata che antepone la ragione politica e il senso dello Stato alle facili emozioni.

Nondimeno, e proprio per questo, ci piacerebbe aprire un confronto aperto proprio con la stessa Rita Borsellino; confronto sui temi cruciali per i destini del Popolo Siciliano come quelli di cui sopra ed altri ancora che è già, in parte, un’apertura di credito nei confronti di un personaggio che stimiamo profondamente e sul quale non mancano di appuntarsi le nostre speranze.

Ma, senza essere iconoclasti, non possiamo essere veneratori di icone, almeno in politica.

Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!

L’ALTRA SICILIA – Ufficio Stampa