Superlega

Anche il “futboll” subisce gli attacchi del nuovo ordine mondiale. L’attacco ritorna alle residue sovranità rimaste agli imbelli Stati europei e questa volta colpisce il passatempo più seguito dai popoli.

Nessuno mette in dubbio lo stato di profonda crisi che attraversa il settore calcistico guidato oggi dal duo Ceferin-Infantino più  attenti ai soldi quatarini che ad una riforma seria del comparto, oggi preda degli accaparratori di diritti televisivi, degli ingordi  procuratori di mezze calzette spacciate per fenomeni, di presidenti che col calcio non hanno niente a che vedere e, di conseguenza , dell’ormai constatata crisi dei vivai giovanili, una volta maestri di calcio e di vita , privati dalla presenza  di nuovi talenti.

La manovra ,avallata ovviamente dalla Corte europea di.. giustizia , attacca il comparto calcistico nazionale ed un sistema che basava sul merito acquisito sul campo, dopo tornei e scontri giocati fino all’estremo , il premio finale di una qualificazione.

Ricordiamo che i campionati nazionali sono il fondamento dei club calcistici europei e non devono essere annullati né indeboliti , quanto piuttosto rafforzati.

Oggi, e finché non suoneranno i soldi arabi, Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Spagna (ad eccezione di Real Madrid e Barcellona), si sono opposte  alla Superlega.

Sperando che lo loro opposizione alla nuova Superlega possa confermarsi, rigettiamo il progetto e sosteniamo  l’ ampia famiglia del calcio europeo, la preservazione dei campionati nazionali e la garanzia della qualificazione alle competizioni europee attraverso le prestazioni sul campo ogni stagione e non semplicemente pagandosi una qualificazione immeritata.

Riformiamo certamente il calcio europeo, rafforziamo i campionati nazionali, sostituiamo dirigenti indegni come Ceferin ed Infantino e mettiamo a tacere i soliti Agnelli ,Perez e De Laurentis, arrivati al calcio per vie … alternative e solo per fare soldi, che ora vedono aperta la possibilità di pagarsi qualificazioni immeritate e trofei senza valore.

Eugenio Preta