Caotica posizione del Vaticano sulla benedizione per coppie omosessuali o divorziate

Fiducia supplicans, è la dichiarazione di Bergoglio pubblicata dal cardinale Fernandez, nuovo prefetto del dicastero per la fede, che riconosce al clero la possibilità di benedire le coppie omosessuali o divorziate.
Il messaggio veicolato, subito recepito, è che il  Papa ha autorizzato la benedizione di unioni oggettivamente peccaminose, ,contraddicendo il catechismo della Chiesa cattolica.
Evidentemente, in un’epoca di confusione e di ignoranza , in un momento in cui il cristianesimo è divenuto minoritario , la dichiarazione ha fatto  felice l’opinione pubblica progressista  . Molti hanno sottolineato come Bergoglio, al contrario, si sia ben guardato dall’esprimersi invece  sul tema del rispetto della vita , aggiungendo così un grosso macigno al disordine imperante in Vaticano.

La fiducia non si può supplicare come estrema concessione,  ma piuttosto è un bene che si deve guadagnare. Bergoglio  ,cercando  di metterci una pezza,  ha spostato  il discorso sul significato della benedizione legata ad una prospettiva liturgica- come affermato dal prefetto  Fernandez- ma è caduto pesantemente in contraddizione con la dichiarazione di due anni or sono dello stesso dicastero  della fede che ,alla domanda esplicita se la Chiesa avesse il potere di benedire coppie dello stesso sesso  , aveva risposto seccamente no.

Rifugiandosi sul significato pastorale delle benedizioni, Bergoglio si è ingarbugliato ed in questo contesto ha inserito la possibilità di benedire le coppie in posizione irregolare o dello stesso sesso, senza però autenticare ufficialmente il loro statuto e senza intaccare la posizione della Chiesa sul matrimonio. Tutto il testo si presenta come un allegato: troppo confuso, troppo sottile, nel classico lessico  gesuita, per risultare perfettamente chiaro. Alla fine confonde il lettore, sia esso neofita, profano o esperto, in una serie di  molto vaghe e spesso contraddittorie dichiarazioni.

Il testo parla del valore ascendente della benedizione perché discende direttamente da Dio non su chiunque chieda il suo aiuto ma su chi non rivendichi  legittimità  al suo modo di essere.

Una confusione teologica mascherata da novità pastorale che in linguaggio corrente si traduce nella incomprensione dei propositi espressi dal  prefetto che però erano stati dettati ed approvati dallo stesso Bergoglio.

In ogni caso niente di nuovo in Vaticano perché già agli inizi del suo pontificato Bergoglio, col pretesto della carità pastorale e guardandosi bene da ogni tipo di innovazione teologica,  aveva fatto di una  forma di anarchia un nuovo tipo di evangelizzazione.

Pubblicato il testo, il gesuita James Martin, paladino delle cause LGBT nella Chiesa , grande amico di Bergoglio e consigliere del dicastero della comunicazione , ha approfittato per sottolineare il cambio di rotta rispetto alle conclusioni del messaggio pastorale di appena due anni or sono quando Bergoglio aveva affermato  che  Dio non benedice il peccato.

Fiducia supplicans, secondo Martin , indica una novità ed ormai  apre le porte alla benedizione non liturgica delle coppie dello stesso sesso.

Chissà da che parte sta ora l’autore della dichiarazione (Bergoglio). In verità balza evidente che ogni volta che  Roma parla,  purtroppo la confusione aumenta.

Eugenio Preta