L’Altra Sicilia a fianco del Commissario Straordinario all’Ente Fiera…

Palermo, 5 maggio 2006

I recenti sviluppi all’Ente Fiera del Mediterraneo hanno una chiave di lettura straordinariamente semplice e chiara.

Il tentativo di salvare dall’ennesimo fallimento del Made in Sicily il fiore all’occhiello che la Sicilia autonomista del Dopoguerra aveva saputo creare, la Fiera del Mediterraneo di Palermo, da parte del Commissario Straordinario Avv. Giovanna Livreri, si sta scontrando con l’ottusità politica e sindacale di una classe dirigente impreparata e irresponsabile.


Già nelle passate gestioni, specie nelle ultime commissariali, l’organico dell’Ente era stato gonfiato a dismisura a fini esclusivamente clientelari, la crisi e poi lo sfascio erano sempre più evidenti; ora, per contro, che – cosa più unica che rara in Terra di Sicilia – si sta tentando un vero risanamento con criteri di sana economia aziendale, il Commissario non viene appoggiato da una classe politica che non si capisce bene cosa l’abbia messa a fare in quel posto: forse a bruciarsi, forse a togliere per loro qualche castagna dal fuoco di troppo.

Abbiamo paura che l’opinione pubblica solidarizzi troppo con qualche “padre di famiglia” che invece di lavorare oziava in quel paradiso dove era entrato per raccomandazione e dimentichi che solo con un risanamento coraggioso dell’economia che tagli una volta per tutte con il lavoro finto e precario si potrà creare sviluppo e fare uscire la Sicilia dall’avvilimento, dalla continua mortificazione in cui la ricaccia una classe politica che anche noi – non dimentichiamolo mai – abbiamo la responsabilità di non aver saputo mandare a casa.

Vedevamo giusto quando temevamo che quest’incarico servisse più per togliere da un ruolo attivo una persona che aveva avuto un posto importante nella storia de L’Altra Sicilia che non a rendere un servizio alla Nostra Patria.

Vedevamo giusto quando ritenevamo che Giovanna Livreri dovesse impiegarsi in uffici meno “tecnici” in quanto – ahinoi – il pesce “fete” dalla testa ed è dalla testa che si deve iniziare a risanare la Sicilia.

Ma oggi come ieri siamo con lei ad esprimerle la nostra solidarietà ed il nostro affetto. Almeno i Siciliani stanno avendo un’idea di cosa potremmo essere se amministrati da “altri Siciliani”: salterebbe il tappo del parassitismo e dell’assistenzialismo; a costo di un’elevata conflittualità sociale recupereremmo credibilità, benessere e dignità.

E non sarebbe poco, ed è anche questo che intendiamo per “Rivoluzione Siciliana”…

L’Altra Sicilia – Ufficio stampa