Maria Grazia Cucinotta for Sicily

L’attrice vuol essere testimonial della sua isola.


L’attrice, che in questo 2007 vedremo in almeno tre film come protagonista, “Urania”, “Last minute Marocco” e “Sweet sweet Maria”, ha grandi progetti per il futuro.

“Penso a nuovi lavori cinematografici in collaborazione con la Regione Sicilia che promuovano in Italia la mia adorata isola troppo spesso oscurata da brutte vicende”, ha detto ieri l’indimenticabile interprete, insieme al grande Massimo Troisi, de “Il Postino”, ospite dell’Assemblea regionale siciliana.

Ed ha aggiunto: “Troppo spesso viviamo la sicilianità come un difetto, qualcosa da nascondere, ignorando, invece, quanto ci rende unici al mondo. Un tesoro da difendere, promuovere e di cui andare fieri. All’inizio della mia carriera l’essere siciliana e il forte accento del dialetto, mi rendeva molto insicura; pensavo che al di là dello Stretto di Messina tutto fosse più interessante e coinvolgente. Crescendo e acquisendo più fiducia in me stessa e nella mia sicilianità, invece, mi sono resa conto che non solo non abbiamo nulla in meno, ma che bisogna con ogni strumento difendere il nome della Sicilia”.

Mora, sensuale e prosperosa, la Cucinotta incarna il mito della bellezza mediterranea. Chi, meglio di lei, per reclamizzare il calore di una terra tanto passionale nel Bel Paese e nel mondo?

Annamaria Capozzi
30/1/2007
© 2007 GossipNews – Foto: A. Pugliese


Maria Grazia Cucinotta: “Accentuo il mio siciliano per dispetto a chi ancora ci discrimina”

Da un articolo-intervista dal medesimo titolo, pubblicato sul Giornale di Sicilia di martedì 30 gennaio (pagina 37):.

(…) “Dopo diciotto anni da emigrante, voglio fare qualcosa per questa terra che mi manca moltissimo. Per questo sono ritornata”.
Maria Grazia Cucinotta, emigrata illustre.

“All’inizio è stato difficile, partivi da una condizione negativa, Sicilia uguale mafia, è così dappertutto.
Ma poi ti rendi conto che sei meglio degli altri, che possiedi molto di più, una tradizione, una cultura solo nostra. E ti viene voglia di urlarlo”.
Un accento difficile, quello siciliano. Da nascondere.
“Sì, quando parlavo avevo paura che mi prendessero in giro. Poi ho capito che sbagliavo e adesso, addirittura, lo accentuo, quasi per sfida”.
E’ ancora legata alla Sicilia?
“Non può immaginare quanto” (…)

P.S. Cara Maria Grazia Cucinotta,

la Regione nostra è “Siciliana” e non “Sicilia”, non solo perché formalmente questo ne è il nome ma per un motivo storico preciso e per un preciso rapporto istituzionale che la lega all’Italia.

Il nome ufficiale non è modificabile nemmeno in maniera surrettizia con il suo cattivo uso. Così come la Sardegna si chiama Regione Autonoma della Sardegna altrettanto la Sicilia deve chiamarsi soltanto Regione Siciliana quando ci si riferisce alla persona giuridica che la rappresenta mentre la Regione Sicilia è un’espressione accettabile solo quando ci si riferisca al territorio su cui la medesima persona giuridica esercita la propria sovranità.

La Regione è “Siciliana” in assonanza con la Repubblica che è “Italiana” e non “Italia” (e, se vogliamo, con l’Unione che è “Europea”) perché nasce come ente originariamente sovrano e legato all’Italia da un rapporto pattizio e potenzialmente paritetico.

La Regione “Sicilia” sarebbe invece una regione “concessa” dal centro, un’articolazione amministrativa e burocratica dello Stato Italiano, come la vogliono i neocentralisti; la Regione Siciliana, invece, ha preferito l’aggettivo al sostantivo perché non “costituisce” per gentile concessione dello Stato una comunità politica ma “è derivata” da una comunità nazionale o comunque storica e geo-politica che le preesiste e che trova la propria prima legittimazione nel Popolo Siciliano e nella sua storia, prima ancora che nel decreto di Umberto II o nella legge costituzionale di recepimento (la n. 2 del 1948): queste ultime tutt’al più “riconoscono” l’Autonomia della Sicilia, la incorporano nella Costituzione Repubblicana ma non hanno valore costitutivo.

La Sicilia è un’Istituzione a sé e una società (prima che uno Stato o un Ente Pubblico); da questa deriva uno Stato (non dichiarato come tale ma tale nella sostanza per il dettato statutario e per le sue modalità di formazione) che, dovendo fare riferimento e “derivare” da quella società-nazione, ha bisogno di un aggettivo (o, similmente, di un complemento di specificazione). Così, nel mondo, ci sarà una “Generalitat de Catalunya” e non “Generalitat Catalunya” uno “United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland” e non “United Kingdom Great Britain etc.”

Abbiamo diffidato, già da tempo, i curatori del sito istituzionale della Nostra Regione e, prima ancora,” il Governatore”, al quale attribuiamo la responsabilità politica in materia, ad adeguare il nome ed ad adoperarsi affinché la cittadinanza conosca il vero nome dell’ente sovrano della nostra “piccola patria” e più in generale che i valori dell’Autonomia vengano trasmessi con una azione di vera e propria “educazione civica”, senza la quale le lamentele sulla “scarsa proficuità” dell’Autonomia non dovrebbero avere diritto di cittadinanza.

Hanno Ignorato, sino ad oggi, questo nostro appello perché nutrono disprezzo per le istituzioni e per la Sicilia stessa che non merita questo dalle persone alle quali ha affidato il più delicato dei nostri tesori, l’amministrazione della cosa pubblica.

Un siculo saluto

Francesco Paolo Catania