”Spettacolo assistere ai botta e risposta di Orlando e Cammarata”

Palermo, 4 Aprile

E’ uno spettacolo assistere al botta e risposta tra Cammarata e Orlando su quale governo nazionale abbia fatto di più o di meno per Palermo: “Prodi trascura Palermo”, “no, era Berlusconi che ci trascurava”, “Non è vero, la destra ha fatto tanto”, “no, meglio Padoa Schioppa…”.
Dovrebbero vedersi dall’esterno per capire quanto siano uguali.

E’ vero che ogni governo qualcosina per Palermo e per la Sicilia l’ha fatta. Tardi e male gli investimenti pubblici arrivano prima o poi fin quaggiù. E’ una vecchia storia.
Persino la ferrovia, in qualche modo, ci fu portata dallo Stato italiano, ma abbiamo dovuto attendere il XX secolo per un collegamento ferroviario diretto tra Messina e Palermo.
Persino in Libia qualcosa è stato fatto dal governo italiano, non è questo il punto.

Il punto è “quando”, “quanto” e “come” in confronto ad altre parti del paese. E la risposta è sempre la stessa e sempre negativa. Da Roma in su non gliene importa niente a nessuno delle infrastrutture per la Sicilia e questo è un fatto concreto ed evidente come il sole. Ma i proconsoli romani in Sicilia ostendono al popolo le elemosine come fossero conquiste.

Statuto alla mano, poi, non sarebbe nemmeno il governo romano il nostro referente per le infrastrutture, bensì quello regionale che dovrebbe destinare alle stesse il gettito dell’art.38, il quale a sua volta dovrebbe essere ben altro rispetto a quello simbolico oggi percepito. In questo disegno Regione ed enti locali dovrebbero rinunciare al finanziamento di “specifici” investimenti per aver un unico enorme gettito “generico” per gli investimenti medesimi da destinare secondo un “proprio” progetto di sviluppo.
Sembra la stessa cosa ma non lo è.

Non lo è nella quantità, perché la differenza tra l’IRPEF percepita dalla Regione sul reddito da lavoro e quella che si percepirebbe se il nostro reddito pro capite fosse pari alla media nazionale (il fondo art. 38) sarebbe di parecchi ordini di grandezza superiore alla somma di ciò che oggi Roma sborsa per tutti gli investimenti in Sicilia più l’elemosina del fondo di solidarietà nazionale, e sarebbe diverso nella qualità perché saremmo noi a decidere quali infrastrutture realizzare e non il ministro romano per le infrastrutture.
E non diciamo che è meglio si decida a Roma perché i nostri politici non ne sono all’altezza se poi votiamo sempre per i soliti politici.

Ogni popolo ha il governo che si merita e la delega all’esterno si traduce prima o poi in sfruttamento.
Quindi la “musica” dovrebbe e potrebbe essere ben diversa da quella alla quale ci hanno abituati. Ma – si sa – lo Statuto si deve “riformare”, giammai “applicare”…

Comunicato Stampa
Candidato Sindaco Massimo Costa per L’Altra Sicilia – Antudo