La truffa delle Province. Cambiano soltanto il nome (M. Mainiero libero-news.it)

Non ci riescono proprio. È più forte di loro. Prima decidono di abolirne una trentina. Poi cambiano idea e le mantengono in vita. Poi tornano sui propri passi e di nuovo le aboliscono. Contemporaneamente, però, riescono ancora una volta a non eliminarle. Un pasticcio o, più verosimilmente, una scientifica operazione di maquillage istituzionale dalla quale emerge una sola ed unica certezza: le Province italiane sono immortali. C’erano ieri, ci sono oggi e ci saranno pure domani. Eterne. E chi se ne frega se gli italiani, da tempo immemorabile, ne hanno le scatole piene degli enti inutili.

È andata così: il Consiglio dei ministri, come previsto, ieri ha approvato il disegno di legge costituzionale sull’abolizione delle Province. E non si è limitato a scrivere nero su bianco che le Province scompaiono e che i loro compiti passeranno alle Regioni. Troppo semplice e definitivo.

È andata così: il Consiglio dei ministri, come previsto, ieri ha approvato il disegno di legge costituzionale sull’abolizione delle Province. E non si è limitato a scrivere nero su bianco che le Province scompaiono e che i loro compiti passeranno alle Regioni. Troppo semplice e definitivo.

Dopo un approfondito dibattito, e anche un’accesa discussione fra Giancarlo Galan e Roberto Calderoli, il Consiglio ha scritto che le Province non esistono più e che al loro posto nascono le cosiddette “aree vaste” o “città metropolitane” o “supercomuni” o “miniregioni”. In pratica, ha scritto che le Province cambieranno nome. Geniale. Una volta concluso il tortuoso iter di approvazione del disegno di legge, gli italiani finalmente non dovranno più dire: «Basta, aboliamo le Province, sono enti inutili». Dovranno dire: «Basta, aboliamo le aree vaste». Se vogliono, potranno anche aggiungere che si tratta di enti inutili.


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Nota all’articolo de L’Altra Sicilia
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Sicilia docet. Prendiamo il caso della Regione Siciliana (Stato di Sicilia) che nel suo Statuto (15 maggio 1946) all’articolo 15, uno dei più disattesi, recita:

”Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell’ambito della Regione Siciliana.
L’ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria. Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l’esecuzione diretta in maniera di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali”

Ma i politicanti e i loro ascari nostrani hanno provveduto, con delle leggi gattopardesche, una degli anni ’50 ed un’altra degli anni 80, a riesumare queste Province aggiungendovi l’attributo, quindi “province regionali”, e riuscire a lasciarle assolutamente intatte in ogni aspetto.