Eppure ritornano sempre

Messina, 9 maggio 2007

Non lascia certamente stupiti i siciliani “al di qua e al di là del faro” la notizia dell’operazione compiuta dalla Polizia di Stato a Messina contro corruzione e malcostume imperante.

L’operazione ha infatti consegnato al carcere cittadino di Gazzi, una bella schiera di avvocati, impiegati dell’Università (una volta Magnifica) funzionari del comune e noti imprenditori, tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata a commettere falsi e abusi.

Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione ed alla commissione di falsi e abusi si trovano oggi in carcere, tra gli altri, personaggi come l’ex presidente del consiglio comunale, Umberto Bonino, l’avvocato Giuseppe Fortino, il funzionario tecnico dell’Ufficio area coordinamento politica del territorio del Comune Antonino Ponzio e il funzionario tecnico della facoltà di Scienza della Formazione dell’Università, Antonio Gierotto insieme ad imprenditori operanti nel settore dell’edilizia. la dice lunga sul grado di corruttela presente nella società civile dello città dello Stretto

Tra gli indagati ci sono anche il presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro detto Totò vasa vasa, l’imprenditore palermitano Michele Aiello, il sindaco di Messina Francantonio Genovese, l’ex parlamentare Giuseppe Astone, l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, l’ex presidente della Regione Giuseppe Campione, l’ex sottosegretario Santino Pagano, il senatore Nanni Ricevuto, e l’ex segretario della Cisl Carmelo Briante.

L’Altra Sicilia ricorda che queste sono le ennesime miserie di Messina, città una volta impareggiabile, ora in fondo alla speciale classifica delle città italiane relativamente alla qualità di vita, città che la commisione parlamentare antimafia, in visita nel Peloro, defini’ “verminaio”, città dove la disoccupazione giovanile supera i livelli nazionali, città che ,ha saputo distruggere la memoria di un passato glorioso, città che persino nello sport ,dopo aver trovato un barlume di riscatto e di orgoglio, è fatalmente naufragata nell’incomptenze di giocatori e staff tecnico..

Insorge dunque L’Altra Sicilia, impegnata da tempo a ritrovare ai siciliani l’orgoglio dell’appartenza e si augura che l’inchiesta possa far luce oltre che sulla vasta serie di speculazioni edilizie anche su tutto il malcostume e la criminalità dilagante.

Intascare tangenti per la realizzazione di un complesso abitativo su un viale ricavato dalla copertura di un torrente, farvi approvare una variante al piano regolatore generale di Messina per l’edificazione di otto corpi di fabbrica, elevandone l’indice di cubatura , intascare tangenti per 1 milione e 550mila euro, ottenere l’usufrutto di una seire di appartamente, definisce un elevato grado di criminalità, attualmente al vaglio degli inquirenti..

A questo punto L’Altra Sicilia non puo’ accettare piu’ una classe dirigente che parla di Mafia e poi dimostra con i fatti di essere essa stessa Mafia; non puo’ accettare che per colpa di costoro si getti discredito e fango su tutti i siciliani al di qua e al di là del faro, tacciati sempre e comunque di mafiosi .

L’Altra Sicilia, che ha sempre denunciato Mafia e Antimafia, combatterà sempre questi fenomeni mafiosi e dalla vicenda di Messina non puo’ far altro che trarre l’auspicio che la magistratura compia fino in fondo e senza subire ostacoli nè condizionamenti, il suo dovere.

Eugenio Preta