La soluzione è stata lasciare tutto come prima (di Ernesto Ferrante)


La brillante e reclamizzata “soluzione” dell’emergenza rifiuti grazie alla salvifica opera della premiata ditta B&B (Berlusconi-Bertolaso) è una farsa che rischia di finire male.
Da Caserta a Napoli, da Benevento ad Avellino la situazione si sta facendo di nuovo critica.
E come se non bastasse è esploso lo scandalo Ferrandelle.
In tutto questo periodo, la spazzatura “sparita” è sempre rimasta in patria ed è stata ammassata nell’ex proprietà fondiaria, dell’ex boss del clan dei Casalesi, Francesco Schiavone, meglio conosciuto come Sandokan.
In una zona, una volta incontaminata, al confine tra Casal di Principe, Santa Maria La Fossa e Grazzanise è nata la mega discarica di Ferrandelle.

La scoperta è stata fatta da un gruppo di giovani attivisti di Legambiente, capitanati dal direttore generale Raffaele Del Giudice, che durante un pellegrinaggio notturno si sono ritrovati di fronte uno scenario agghiacciante. Dietro ai chilometri di filo spinato della recinzione, c’è di tutto.
La zona è però inavvicinabile.
Decine di militari la presidiano giorno e notte e quel che si riesce ad intravedere dal perimetro è solo una parte di ciò che la cava nasconde.

“Tonnellate e tonnellate di rifiuti indifferenziati, di tutti tipi, abbandonati sul terreno” ha commentato il presidente Del Giudice.
Su quel terreno confiscato alcuni anni fa al capo clan Schiavone, doveva sorgere una fattoria per produrre i prodotti tipici del luogo. Poi l’emergenza è diventata ingestibile e la fattoria si è trasformata in una discarica.
Legambiente al riguardo è molto chiara: qui arrivano rifiuti senza essere selezionati a monte.
Ciò vuol dire che queste balle non potrebbero essere bruciate negli inceneritori né tanto meno in quello di Acerra, “che, peraltro, ora è in pieno collaudo e per vederlo operativo se ne parlerà almeno tra sei mesi”.
Nel frattempo le temperature in Campania sono salite e il caldo accelera il processo di decomposizione dei rifiuti.
Intorno al sito di Ferrandelle sorgono caseifici, allevamenti di bestiame, insomma, attività legate all’agricoltura che rischiano la chiusura per una discarica, definita dai più, “fuorilegge”. Legambiente Campania dopo questa ulteriore denuncia ha rivolto un nuovo appello affinché vengano controllati impianti del genere. “Chiediamo di entrare negli impianti, di effettuare sopralluoghi per constatare se e come funzionano”: questa la richiesta pronunciata di Del Giudice. Ferrandelle ma non solo.

L’impianto ex CDR di Caivano è fermo da giorni per problemi tecnici, e ad Acerra, la cittadina dove è andato in scena il bugiardo megashow berlusconiano, restano in strada 180 tonnellate di sacchetti. L’allarme acerrano, però, non è un caso isolato.
Tilt della raccolta anche a Mondragone.
A Terzigno, invece, una delegazione cittadina, si prepara per andare a Strasburgo a denunciare una decisione “segreta” del governo e del sottosegretario Guido Bertolaso in base alla quale le ceneri dell’impianto di Acerra finiranno nella discarica di Terzigno, nel parco del Vesuvio, in un’area sottoposta a vincoli di protezione da parte dell’Ue.

Con un’apposita ordinanza firmata da Silvio Berlusconi, il 3 marzo 2009, è stato approvato il piano tecnico presentato dalle due società che avranno in gestione il sito, l’Ecodeco e l’Asia. Il piano prevede di “utilizzare le scorie provenienti da Acerra quale materiale di copertura” per la discarica.

Vincenzo Sangiovanni, dirigente medico infettivologo all’ospedale Cotugno, che a Terzigno è stato candidato sindaco nel 2007 e milita nel PD, ha denunciato: “Mi occupo quotidianamente di malattie tumorali è so bene che in presenza di discariche abbiamo un’incidenza di tumori, al fegato e ai polmoni, 400 volte superiore rispetto alla norma.
Figuriamoci cosa può accadere quando si viene a contatto con materiali nocivi come quelli derivanti dalla combustione di talquale così come previsto per Acerra”.
Lo staff del sottosegretario Bertolaso, ha replicato alle proteste dei cittadini con un’ improbabile distinzione tecnica tra ceneri da rifiuti “buone” e “cattive”, che non convince nessuno.
Da Savignano Irpino, infine, è partita una denuncia contro il Comune di Teano che avrebbe cercato di smaltire illegalmente nella discarica di Savignano un carico di amianto. L’emergenza è tutt’altro che finita.

Troppe cose continuano a non andare per il verso giusto…

Fonte: www.rinascita.info/