Esempi positivi secondo Napolitano

“La politica non è tutta marcia. Non dimentichiamo gli esempi positivi” dice Napolitano a cui, con rispetto, chiediamo: ma quali esempi ?
Il bunga bunga di Berlusconi?
Quello di Fini che rimane Presidente della Camera (e del condominio di Montecarlo)?
Quello di Penati che rimane consigliere regionale?
Quello di Boni che si dimette, bontà sua, da presidente ma rimane consigliere?
Quello di Bossi che rimane Presidente?

Quello di Rosy Mauro che compra lingotti e diamanti con i nostri soldi e rimane vicepresidente del senato e senatore?
Quelli di Lusi che rimane deputato?
Quelli di Cosentino?
Quelli di Scajola che non sa chi gli ha pagato la casa?
Quelli di Tedesco e la sanità pugliese?
Quelli di Vendola che dice di non capire?
Quelli di Degregorio e le piste Finmeccanica?
Quelli di Di Girolamo truffatore degli italiani all’estero?
Quello dei partiti che si fanno rimborsare le spese elettorali moltiplicate almeno del 450%?
Quello del raggiro della volontà popolare espressa nel referendum del ’93 dal 90.30 % dei cittadini che si esprimevano per la cancellazione delle legge sul finanziamento dei partiti che poi i partiti si sono arrangiati a ripristinare cambiandole solo il nome?

E ci fermiamo per non riempire pagine di de-generazioni politiche.

Ma vi rendete conto che il paese reale, i pensionati e la gente comune si arrabatta fra tasse e balzelli e intanto questi professori- sintomatiche le espressioni ebeti di un certo ministro per i rapporti con l’Europa, Moavero- discutono di frequenze, tassano le prime case, anche di chi sta aspettando Godot in un ospizio ? E il lavoro? e gli sgravi fiscali? e le tasse? e i giovani? E gli aiuti alle imprese? e Termini Imerese e il suo defunto indotto industriale lasciato in colpevole abbandono e stato di attesa, dopo gli scempi ambientali targati Fiat?

Macchè, i tre dell’abbecedario decidono insieme, come una sol voce, di non potere annullare i rimborsi elettorali, altrimenti finirebbe la politica in mano ad …approfittatori. Ma non è già finita in mano ad approfittatori? e loro come si giudicano? Rimborsi miliardari che da soli farebbero almeno una finanziaria e mezzo senza sacrificare i cittadini, i pensionati e gli ospizi, senza aggravare di tasse le imprese che non sanno più come fare e intanto le banche sopravvivono lo stesso senza riavviare il credito e per di più dividendosi i miliardi della BCE inviati alla bisogna

Ma Napolitano ci fa o ci è?
E i rimborsi elettorali in Sicilia? Tutta l’attenzione è spostata allo Stivale, il PD e la Lega, e la Sicilia passa sotto silenzio.

Un Presidente inquisito per mafia, il suo predecessore in galera per mafia, un giornale telematico “Sicilia informazioni” è dovuta andare dal giudice per farsi comunicare gli emolumenti dei deputati regionali, pubblicati poi, con una scelta malandrina, a campione, il precariato e le consulenze particolari che hanno aggiunto la follia alle spese già fuori bilancio.
Ma che vogliono se poi anche Grillo sembra dire cose giuste?

Si nascondono dietro il dito del pericolo dell’antipolitica, ma si rendono conto che sono loro che hanno messo in gioco l’antipolitica, il rifiuto di questa classe politica autoreferente diventata casta ?

Quanti sprechi, quante vergogne… e la casta si aumenta la diaria, le spese correnti, si ordina le agendine di pelle, si riammoderna il parco auto blu. Ma davvero sono convinti di poter fare quello che vogliono soltanto perchè una percentuale (minima) di cittadini li adulano, alla faccia della rabbia di tutti ?

Restiamo molto perplessi. Speriamo nel cambiamento, ma temiamo che davanti alle urne poi, i soliti schiavi ri-continuino a segnare sempre lo stesso nome o lo stesso simbolo, vanificando la voglia di pulizia e di moralità che richiede l’opinione pubblica pronta all’astensione, pericolo gravissimo perchè vorrebbe dire lavarsi le mani, abdicare il proprio destino nelle mani dei soliti furbastri e, cosa ancor più grave, lasciare che quei pochi decidano poi per tutti.

L’Altra Sicilia aveva proposto una riforma della politica radicale e, per forza di cose, anche paradossale per poter raggiungere la sensibilità di tanti. Politica che avrebbe dovuto intendersi non più come carriera ma come svolgimento spontaneo di una vera e propria missione etica.

Partendo dal fatto che nessuno ci impone di fare il politico, abbiamo proposto che chi lo voglia fare debba essere animato da spirito cittadino, dalla voglia di mettersi in gioco ed operare per la cosa pubblica. Politica come missione quindi, esercizio politico limitato nel tempo e definitivamente concluso dopo due legislature, senza l’attrattiva del facile e lauto guadagno, rimborsato ormai sulla scorta di un sistema, certo tutto da studiare ma che, per grandi linee, possa garantire al cittadino in “missione politica” di mantenere la sua retribuzione originaria attraverso parametri fissati sui salari che si percepiscono al momento della “scelta etica” (e non utilitaristica) di fare politica.

Per evitare nepotismo, perennità e immarcescibilità, ma garantendo davvero il ricambio periodico e , per impedire le troppe attrattive economiche e materiali che oggi spingono l’eletto in effetti il nominato dalle segreterie) ad arrabbattarsi per restare e continuare a mungere a piene mani i fondi che sono di tutti .

L’attualità più spicciola ci riporta pero’ alle elezioni di Palermo dove L’Altra Sicilia i è impegnata con Tommaso Dragotto Sindaco e Impresa Palermo proprio perchè fuori da ogni schema partitico, una specie di lista civica per Palermo, e perchè ha ottenuto la possibilità di operare non più ttraverso pagine di giornale ma finalmente in seno alle stesse istituzioni a favore delle comunità siciliane all’estero con la proposta fattaci da Dragotto di affidare a Francesco Paolo Catania candidato numero 50 di Impresa Palermo, la titolarità dell’Assessorato alla Diaspora e all’identità siciliana.

Potrebbe così diventare realtà il sogno che abbiamo cullato per anni: restituire ai siciliani quell’attenzione (e quella riconoscenza) che la loro lontananza, il sacrificio della loro partenza, la fatica del loro quotidiano nelle strade dei nord lontani, dall’attuale classe politica cieca e egoista non ha mai ottenuto.

Eugenio Preta
Segretario Generale L’Altra Sicilia