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Realmonte, «Pagato per non lavorare, non ci sto»

Ogni mese riceve regolarmente la busta paga con la quale la Regione gli accredita lo stipendio di tecnico amministrativo. Solo che, Aldo Mucci, di Realmonte, prepensionato a 45 anni, dal lontano 1997 è pagato per non lavorare.


Prima è stato messo in cassa integrazione, poi, da otto anni a questa parte, è in carico alla Resais, e la Regione lo paga con fondi propri (e non con quelli di un Istituto di previdenza). Stanco di una situazione che sta avendo anche conseguenze di carattere psicologico (nella causa per tornare al lavoro ha pure chiesto 30 mila euro quale danno biologico) ha deciso di scrivere all’assessore regionale all’Industria D’Aquino: «Da cinque anni aspetto di tornare in organico. Voglio lavorare dovunque la Regione ritenga di inviarmi».
La vicenda è legata al mondo delle miniere di Realmonte, quegli enormi giacimenti di kainite che la Sicilia non riesce a sfruttare. Mucci, che ora si occupa di sindacato («Meno male che mi sto impegnando con la Cgil – ha detto – , altrimenti sarei diventato pazzo»), già nel 2000 aveva chiesto di tornare al lavoro: «Mi dissero – racconta – che mi avrebbero richiamato ma mi hanno ricordato che la legge dice che sono pagato solo se non lavoro». Un paradosso nella Sicilia degli sprechi. «Ma io sono stufo di non far nulla – ha detto Mucci, che ovviamente non può svolgere nessun’altra attività, pena la perdita del «posto» – ed ho chiesto il rientro anche per questioni di carattere psicologico. E poi questa situazione mi ha impedito di fatto di poter sfruttare altre opportunità di lavoro.

Ora basta, sono stanco, voglio tornare a lavorare».

Tratto da: La Sicilia – 01/06/2005