Izabella Nilsson Jarvandi, l’antidoto politicamente scorretto a Greta Thunberg

I media, quasi ogni giorno, ci hanno informato delle gesta di Greta Thunberg. Tanti sono i giovani convinti della bontà della lotta per la salvaguardia del pianeta, ma anche tanti sono quelli che preferiscono la piazza ad una monotona lezione in un’aula scolastica. Tutti seguono entusiasti le idee di Greta, studiate a tavolino da un’equipe di maestri dell’immagine, coordinati dai genitori della svedesina.

La storia di Greta è iniziata quando, dopo un’estate particolarmente calda che aveva provocato grandi incendi nelle foreste svedesi, la ragazza aveva deciso di non tornare più a scuola e invece di frequentare le lezioni come di regola dovrebbe essere, Greta si è presentata ogni venerdì davanti al Parlamento svedese con un manifesto che invocava lo sciopero nelle scuole, proprio a causa dei deleteri cambiamenti climatici. Quindi i suoi insegnanti l’hanno spinta a partecipare all’ultima conferenza mondiale sul clima tenutasi in Polonia, a viaggiare per il mondo intero, a visitare il Parlamento europeo e ad incontrare i parlamentari di molti paesi dell’Unione europea, circondata sempre da orde fameliche di giornalisti, felici di aver trovato lo spunto politico ideale per riempire le loro pagine e, naturalmente, supportata dai giovani adolescenti infervorati dalla questione non più procrastinabile della difesa del pianeta.

Se oggi il politicamente corretto s’inchina davanti alla giovanissima svedese e riesce ad incoronarla sua regina, non presta attenzione allo stesso modo per Izabella Nilsson Jarvandi – coetanea di Greta – trascurata completamente dai media che hanno steso una spessa e impenetrabile coltre di silenzio. Ma che cosa vuole Izabella, giovane graziosa figlia di una svedese e di un iraniano? Determinata come Greta, Izabella è stata immortalata su YouTube vestita con un gilet giallo mentre, con un microfono in mano, in una piazza di Helsingborg si pronunciava contro l’immigrazione di massa e contro le politiche familiari volute dal governo che, a suo parere, porterebbero il popolo svedese direttamente al genocidio. Apriti cielo: le frasi sarebbero anche molto interessanti da commentare, invece, silenzio assoluto.

Izabella biasima senza tregua la classe politica dominante, progressista e liberale, convinta di dover sovvertire l’ordine del pensiero prevalente. Per questo motivo ha solidarizzato con il primo ministro ungherese Orban, facendo riferimento anche ad un rinnovamento cristiano delle famiglie. Izabella denuncia anche la colonizzazione ideologica della teoria di genere che si è infiltrata nelle scuole svedesi, condannando i testi scolastici che la sostengono. Nonostante la sua giovane età, Izabella combatte non contro il disastro ecologico, ma contro una sventura molto più grande che viene ad abbattersi in tutto l’occidente e non solo su quello svedese: il disastro antropologico e culturale.

Esoteria e paganesimo forse, ma anche cattolicesimo e radicalismo cristiano. Nel discorso di Izabella emerge il diritto di denunziare la politica che fa male alla Svezia e la fiducia nelle divinità: “Sono convinta che gli Dei stanno guardando, e so che i traditori saranno giudicati duramente” ha detto Izabella. Potrebbe essere questa la ragione del silenzio di media e tv: Izabella non è politicamente corretta ed è un’indomabile ribelle, altro che piogge acide, ecologia e cambiamenti climatici.

Per meglio comprendere le ragioni di Izabella e di coloro che la seguono, bisogna ricordare che in Svezia gli stupri e le violenze sessuali sono quadruplicati in 10 anni e che soltanto nel 2017 sui 112 uomini ed adolescenti giudicati colpevoli di stupro collettivo, ben 82 non erano svedesi e che dei pochi nati in Svezia, solo 13 potevano dimostrare due parenti entrambi svedesi.

La giovane patriota svedese si è rivolta recentemente in maniera critica anche ai sostenitori di Greta Thunberg, poco propensa a credere nella buona fede delle loro battaglie, perché secondo Izabella Nilsson Jarvandi, “se non siete uomini e donne interessati alla difesa di un popolo che è il vostro, come potete sperare di esseri veri e dimostrarvi disinteressati nelle battaglie che avete intrapreso per tutto il pianeta?”

Eugenio Preta