I profeti dell’accoglienza accusano l’Europa di privilegiare i rifugiati ucraini

Nessuno, oggi, si stupisce se una grande maggioranza di europei è disposta ad accogliere i rifugiati ucraini piuttosto che quelli provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa.

Certamente tutti sono più che felici che queste persone sfortunate possano essere accolte convenientemente in Europa, ma da più parti ci si domanda a che titolo gli ucraini debbano godere di una protezione che altri cittadini extra-europei invece non hanno e inevitabilmente si levano già evidenti accuse di razzismo per gli europei. Il metodo dei due pesi e delle due misure è applicato soprattutto dalle organizzazioni caritatevoli via i governi.

Il dibattito è aperto: gli europei preferiscono davvero accogliere migranti bianchi piuttosto che neri o arabi ? Sembra che si voglia continuare ad esercitare un altro privilegio bianco, provocando illazioni che hanno come obiettivo quello di inculcare il senso di colpa degli europei esercitando una specie di terrore intellettuale e mettendoli di fronte alle loro contraddizioni.
A ben riflettere però non si possono mettere sullo stesso piano tutti i movimenti di popolazioni. Innanzitutto perché è difficile non vedere, a meno di non essere in mala fede, che i rifugiati che provengono dall’Ucraina in guerra vera, sono in maggior parte donne e bambini proprio perché gli uomini preferiscono rimanere nel loro paese per combattere e resistere all’invasione russa: un’idea non espressa nel lungo racconto della migrazione degli africani o dei popoli mediorientali che circolano nelle capitali europee o abbiamo visto sbarcare a Lampedusa. La maggior parte dei rifugiati ucraini sono costretti da una vera guerra e ritengono di non doversi allontanare troppo dal resto della loro famiglia e intende ritornare in patria a guerra finalmente finita.
Del resto non dovrebbe suscitare scandalo ed essere del tutto naturale che gli europei si sentano molto vicini agli ucraini perché li ritengono prima di tutto europei, di tradizione cristiana in maggioranza più che agli afghani o agli africani la cui cultura è profondamente diversa e che, in genere riescono ad integrarsi raramente con serie difficoltà quando effettivamente lo vogliono.
Ovviamente tutti i migranti hanno diritto ad una giusta accoglienza ma bisognerebbe anche tenere presente, senza temere di essere tacciati da discriminatori, che i rifugiati che arrivano dai paesi islamici mediorientali, dal maghreb o dall’Africa potrebbero integrarsi molto meglio se invece di puntare verso l’eldorado europeo, si rivolgessero verso sud, nei paesi vicini degli Emirati e del golfo arabo, in grado di sostenerli economicamente e, soprattutto, di simile cultura e di eguale fede religiosa.

A questo punto però la discussione potrebbe diventare difficile e rischiare davvero una deriva verso il pregiudizio.
Ma a ben riflettere, non sarebbe un pregiudizio molto più grave ed una vera cecità previsionale, continuare a ritenere che un troppo elevato numero di immigrati di cultura diversa e di tradizioni differenti possa essere veramente ininfluente per la coesione sociale, per l’unità è la stessa identità di un Paese?

Eugenio Preta