Papa Francesco a Marsiglia

Dopo le Assisi mondiali della gioventù tenute a Lisbona, papa Francesco convoca i vescovi dei Paesi del bacino mediterraneo a Marsiglia, il prossimo 22 settembre, per discutere dei problemi dell’area.

In un’intervista concessa al Figaro il Papa ricorda le sue apprensioni e, attraverso l’attitudine della Francia , bacchetta chi approfitta dei migranti, soprattutto se questo avviene nei lager del nord Africa dove, riferendo una denuncia di Saving humans, un’associazione umanitaria che aveva recuperato nel deserto tra la Tunisia e la Libia decine di migranti lì abbandonati incontro a sicura morte. Illustrando i motivi della prossima missione, il Papa ha ricordato che il mediterraneo è diventato un vero cimitero, ma che oggi sicuramente non rimane il solo esistente.

Il protocollo della visita in Francia prevede che Papa Francesco rimanga a Marsiglia per due giorni e lì incontri il Presidente Macron proprio nel corso dei colloqui consacrati soprattutto all’aiuto che la Chiesa intende proporre per accogliere i migranti che arrivano in Europa attraversando il Mediterraneo.

Una visita che, a questo punto, tocca in maniera particolare la Francia e la sua politica immigratoria. Ricordiamo che le prese di posizioni di Bergoglio sull’immigrazione hanno sempre fatto scalpore. Come nel caso di quelle pronunciate durante una visita in Ungheria dove aveva proposto di ripopolare i villaggi europei con i migranti per combattere, addirittura anche la diminuzione della natalità.

Nella sua lettera papale “Fratelli tutti” del 2020, infatti Bergoglio scriveva che la migrazione non rappresenta una minaccia per il cristianesimo e ricordava che respingere un migrante in difficoltà, qualunque sia la sua fede religiosa, vorrebbe dire deformare grottescamente il Cristianesimo e la stessa cultura in generale.

In molti si chiedono oggi a cosa potrà servire la prossima visita di Papa Francesco. Forse solo a puntualizzare, ancora una volta, nel caso ce ne fosse veramente bisogno, la posizione della Chiesa rappresentata da Bergoglio sulla questione migratoria.
A questo punto una posizione alquanto rigida, forse eccessivamente angelista. Certo, sempre dalla parte degli ultimi e perlomeno molto parziale, ma che sembra non prendere in considerazione anzi disattendere le attese di quelle popolazioni che vivono quotidianamente le pene e i problemi di un’immigrazione scientemente incontrollata e diventata pura follia.

Eugenio Preta