La democrazia in senso polacco

La consultazione popolare è sempre stato uno degli strumenti democratici di cui i popoli europei, ormai anestetizzati, sembrano aver perduto memoria.
Una delle ultime volte, ad esempio, che i popoli europei furono consultati avvenne nel 2005 in occasione del referendum sulla pretesa Costituzione europea.

Allora i popoli, a cominciare dai francesi e poi, a cascata, i danesi, gli irlandesi, gli olandesi, la rifiutarono in massa. Poi andò a finire come sappiamo: respinta da una grande maggioranza di popoli, questa Costituzione venne approvata per via parlamentare con il sedicente trattato di Lisbona. Da allora si evita di chiedere il parere al popolo, eccetto in Polonia dove pare si abbia un po’ meno paura della democrazia.
Il primo ministro Mateusz Morawiecki, infatti ha annunciato di voler consultare i cittadini su una questione cruciale che verrà posta al popolo sovrano del suo Paese il prossimo 15 ottobre al tempo stesso delle elezioni legislative.

Un referendum popolare il cui titolo appare di per se stesso molto chiaro: “Accettate l’accoglienza di migliaia di immigrati illegali provenienti dal Medio oriente e dall’Africa imposta dalla burocrazia europea nel quadro del meccanismo delle quote ripartite per Paesi?

Ricordiamo che la Polonia fa parte del gruppo di Višegrad e insieme all’Ungheria rappresenta il nocciolo duro che si oppone ai burocrati di Bruxelles e che per questo viene definita l’ala estremista dell’Unione europea.

In verità la ragione è semplice: questi paesi sono sfuggiti dal comunismo e rifiutano oggi di sottomettersi servilmente ai dictat di una Commissione esecutiva i cui membri siedono in deficit democratico perché sono solo nominati dai governi e mai eletti dai popoli.

Del resto la Storia stessa delle invasioni barbariche ci ha insegnato che l’Ungheria, ad esempio, ha conosciuto bene cosa abbia significato l’Islam di pace e d’amore e come lo stesso impero austro-ungarico abbia respinto questi tentativi di pace e d’amore fino all’assedio di Vienna.

I risultati del referendum polacco e le sue conseguenze saranno sicuramente interessanti, tanto più che il risultato dello scrutinio non lascerebbe dubbi visto il grande favore popolare che gode il partito conservatore polacco oggi al potere. A questo punto riuscirà per una volta l’Unione europea a rispettare le scelte del popolo polacco e smetterà di voler imporre il sistema di quote di migranti ad un paese che non ne vuole e che rifiuta di essere sommerso e rimpiazzato?

Non è affatto sicuro, perché finora i paesi che si oppongono alle scelte unilaterali di Bruxelles hanno subito una decurtazione sostanziale degli aiuti europei.

Mai l’Unione ha dimostrato di tener conto della sovranità nazionale e del diritto dei popoli di decidere da soli.

Detto questo, le storie dell’arricchimento culturale venuto dall’Africa, della capacità degli afgani di comprendere l’amore gentile o dei barconi che arrivano pieni di poeti, chirurghi ed ingegneri non hanno mai convinto nessuno e, quando finalmente l’Unione europea lascerà liberi i popoli di esprimersi, queste storie si riveleranno per quello che veramente sono: pura fantasia.

Eugenio Preta