Accordo con l’Albania

In occasione della visita a Roma del primo ministro albanese Edi Rama, tra la sorpresa generale soprattutto dei burocrati di Bruxelles, l’Italia e l’Albania hanno firmato un accordo per creare, sul territorio albanese , centri di accoglienza e di gestione dei migranti che arrivano in Italia.
Questo accordo storico ed innovativo ,prevede che i migranti raccolti in mare vengano sbarcati nel porto albanese di Schengjin dove poi verranno identificati ed i loro dossier esaminati secondo procedure accelerate , nello spazio di 28 giorni. Le strutture previste dovrebbero essere operative entro la primavera del prossimo anno.
Si prevede così di incanalare verso l’Albania un flusso annuale di almeno 36.000 migranti .
Coloro a cui non sarà concesso l’asilo saranno trasferiti nei centri di detenzione e di rimpatrio in Italia. L’accordo prevede un quadro politico giuridico che pone i due centri d’accoglienza albanesi sotto giurisdizione e finanziamento italiani ma sotto la sorveglianza esterna della polizia albanese. .
È opportuno sottolineare che le strutture albanesi ospiteranno soltanto i clandestini raccolti dai battelli guardiacoste italiani e non quelli che eventualmente verrebbero dirottati in Albania dalle navi delle ong ( il 16% circa dei clandestini in mare) . I guardiacoste italiani si dirigerebbero direttamente in Albania , un territorio extra-europeo, senza passare dall’Italia, un paese Ue . L’accordo prevede Infine che né le donne né i bambini né le persone vulnerabili potranno essere trasferiti in territorio albanese.
Questo modello d’accordo tra Italia ed Albania ( paese che aspira ad integrare la UE) ricalca il modello previsto dal primo ministro britannico Sunak rispetto al ricollocamento dei clandestini arrivati nel Regno Unito che i britannici avevano previsto di trasferire in Ruanda .
La benevolenza albanese non è certamente gratuita ed è legata alla sponsorizzazione italiana in vista della richiesta albanese di adesione all’ Ue. Ora bisognerà procedere alle dovute correzioni giuridiche sulle quali dovrà operare il ministro dell’interno italiano e questo per rendere l’accordo inattaccabile.
Evidentemente la sinistra grida allo scandalo e parla addirittura di deportazione di massa come il governo Meloni, ricorda, aveva già fatto con l’accordo firmato con la Tunisia. La sinistra rimprovera al governo di aver aggirato il problema della modifica degli accordi di Berlino, proprio per evitare di discutere il tema della ridistribuzione dei migranti che vede la netta opposizione di Polonia ed Ungheria, governi amici dell’Italia sul fronte sovranista . Se la sinistra dunque parla oggi di “guantanamo all’italiana” sottolinea anche come questo accordo sia illegittimo perché non si possono trasferire al di fuori del territorio Ue le persone salvate in mare.
In tanti dimenticano però di sottolineare il carattere dissuasivo dell’accordo riguardo la tratta di esseri umani, attualmente in corso, perché difficilmente un clandestino a cui verrà negato il diritto d’asilo , poi potrà’ pensare di recarsi da Tirana a Parigi o a Berlino. Naturalmente l’invitato di pietra , dietro le quinte di questo accordo, rimangono le attese reazioni della Commissione europea e della corte europea dei diritti dell’uomo che ancora non si sono pronunciate.
Eugenio Preta