Meloni e dittature europee

La sua elezione e nomina a primo ministro ( o , meglio prima ministra?) e la fermezza con la quale aveva detto di volersi occupare  dei problemi sociali e delle questioni  migratorie aveva acceso una tenue speranza nel Bel paese ed una sottile ombra di luce nella penombra dei corridoi istituzionali di Bruxelles .

Lo Stato disastroso delle finanze italiane ha però tolto ogni illusione ed ha piazzato il governo, che ci auguravamo almeno post-fascista,  nella necessità di piegarsi al famoso Mes, movimento europeo di stabilità, un eufemismo per definire la purga , modello greco, inventata  dai tecnocrati europei per gli Stati indebitati. Bastone e carota, meglio il biglietto di una lotteria che non si terrà mai .

Così, cercando di fare necessità virtù, Meloni ha dovuto accettare di modificare i suoi proclami sulla politica migratoria,  oggi solo urla nel vuoto da campagna elettorale, in cambio del mantenimento degli aiuti comunitari e proprio per non finire come Orban e tutti quelli che non si sono piegati al Verbo .

In fondo , fin quà solo un sano realismo per cercare di passare la piena

Ben più inquietanti però appaiono i recenti sviluppi delle relazione della Giorgia con le autorità di Bruxelles: una relazione che è diventata molto stretta con la presidente Von der Leyen tanto che ora ci si aspetta che Meloni, per dimostrare di far parte della casta infelice , possa sostenere una nuova candidatura della presidente Ppe uscente, alla testa dell’Esecutivo.

Molti identificano  la manovra come una logica machiavellica della ragion di Stato , segno di grande intelligenza politica nel difendere gli interessi del suo Paese e nella speranza di ottenere così per l’Italia delle deroghe che servirebbero ad alleggerire la pressione dell’Unione .

Purtroppo la situazione è molto  più deludente . Il sostegno ormai dato per certo di Meloni e dei suoi amici ( ricordiamo che Meloni è la presidente del gruppo ECR ) alla presidente Von der Leyen suonerebbe come la chamade per il tanto  auspicato e necessario cambio delle vecchie maggioranze  per dare una svolta alle politiche fin qui perseguite dal centro sinistra europeo  e dare al gruppo conservatore la possibilità  di incidere in maniera determinate nella definizione delle politiche comunitarie.

Meloni ,insieme a Von der Leyen  si stanno però facendo i conti senza l’oste polacco, in questo caso i conservatori polacchi oggi gruppo maggioritario in seno all’ECR ( gruppo conservatore e riformista) i quali, dopo aver subito la debacle delle recenti elezioni in Polonia che hanno rimesso in corsa un cavallo suonato come il socialista  Tusk ex presidente dell’Unione europea che oggi sta cancellando tutte le politiche attuate della destra di Kasnieski, il gemello sopravvissuto- sono sempre più disposti ad uscire dal gruppo anche per le sanzioni che da 5 anni la Polonia sta subendo proprio dall’Esecutivo Von der Leyen .

Niente oggi potrebbe giustificare un sostegno della Meloni alla Von der Leyen  , primo fra tutti lo scandalo della gestione europea del Covid , con la richiesta inascoltata alla Presidente di ritrovare le mail scomparse e rispondere alla Corte dei Conti dei 746 milioni di euro finiti alla Pfizer dopo aver fatto nominarne dirigente il consorte giulivo.

Ma la tedesca non finisce  di stupire e , superando persino la stoltezza della proposta di Macron  di inviare truppe in Ucraina,  oggi firma e raddoppia con la sua proposta di creare un commissario europeo per la difesa ( una proposta che si sposa con quella creata 5 anni fa, rispondendo alla crisi societale dell’Unione, con la creazione di un commissario responsabile del modo di vita europeo, nella fattispecie un ex funzionario greco , rari Nantes in gurgite  vasto, nominato addirittura commissario  ) in ottemperanza ai dictat della NATO, quindi degli usa,  e per attaccare con protervia la sovranità  degli Stati membri.

Von der Leyen rappresenta tutte le politiche pubbliche  che il cittadino europeo rifiuta ; ha dimostrato di essere il nemico principale delle sovranità nazionali e del rispetto dei popoli, complice in questo di capi di Stato e di governi che la appoggiano, anche la Meloni quindi , che dovrebbero decretare la dissoluzione  di questa Unione Europea , ma  preferiscono  dissolvere il Paese che invece dovrebbero servire. La Von der Leyen è insostenibile, senza se e senza ma.

Oggi l’Unione dovrebbe essere impegnata a cercare ogni mezzo per pervenire alla pace in Ucraina invece di fomentare fantasmi guerrieri di cui noi siamo le prime vittime.

La complicità dei governanti europei alle invasioni di campo della Commissione dura ormai da troppo tempo. Essa agisce spesso al di la’ dei trattati, senza un vero mandato a parte quello che gli attribuisce proprio la passività dei governi degli Stati membri. Oggi sta spingendo verso una guerra contro la volontà  dei popoli e senza scampo per nessuno e prepara  la venuta di un super Stato che soffocherà ogni nostra libertà . Oggi la domanda non è più se vogliamo questa Europa , ma se vogliamo veramente restare in un’ Europa siffatta senza aver operato un cambiamento radicale.

Eugenio Preta

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