Donald Trump come Ciro il Grande
Nonostante l’accordo di pace Israele/Hamas, a sinistra il silenzio è assordante, proprio per non dare troppo credito a Trump.Un successo colossale che suscita un mutismo imbarazzato, tra i progressisti di entrambe le sponde dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, i tenori democratici, così pronti a denunciare la “guerra di sterminio” condotta da Israele contro Hamas, si immergono in un silenzio strategico, rifiutando di accreditare il presidente per quello che considerano una semplice tregua
Il segreto del successo di Trump è che sembra non fare come tutti gli altri e dire ad alta voce quello che molti pensano in silenzio.
Così ha detto tutto il bene che pensava di Viktor Orbán, poi di Giorgia Meloni, prima di presentare i partecipanti al vertice di Sharm el-Sheikh come se fosse lui a ricevere. Applaudito fragorosamente dai partecipanti, dopo che gli israeliani lo avevano paragonato a Ciro il Grande, il re achemenide che pose fine all’esilio del popolo ebraico,
Oggi Donald Trump è consapevole del suo valore e, tranne che a differenza delle campagne di odio che si erano scatenate contro di lui, nessuno può trovare ridicola la sua pretesa di grandezza. È stato lui a porre fine a un conflitto apparentemente insolubile. È lui che ha riportato avversari irriducibili al tavolo delle trattative, dopo due anni di carneficina. Ed è ancora lui che sembra ridisegnare l’ordine del mondo, un ordine che finalmente si oppone radicalmente, ormai, all’ordine imperante.
Silenziati quindi i portatori di ideali generosi e di universalità angelica come Macron, ridicolizzato pubblicamente da Trump o Ursula von der Leyen che si è agitata, ma è riuscita solo a dimostrare senza appello che non serve decisamente a nulla, non più delle istituzioni europee, che dovrebbero rappresentare una popolazione più grande di quella degli Stati Uniti, ma che risultano totalmente inesistenti sul piano della tutela dei cittadini europei. Dove sono i commentatori che criticavano l’isolazionismo di Trump, la sua stupidità, la sua mancanza di finezza, e che si affidavano alle trattative tra cancellerie e agli scambi di dispacci soffocati nei corridoi, come all’epoca austro-ungarica ? Sono scomparsi, non si sentono più quasi più.
Il rapporto di forza, come modalità ordinaria di regolamento delle tensioni internazionali, è tornato
Trump lo ha capito prima di tutti – perché ne è in parte responsabile . E c’è da scommettere che durerà a lungo. Confusa, la classe politica europea , non sa come reagire. Niente di grande, quindi, niente di ambizioso, niente di serio: il Titanic europeo si restringe man mano che affonda mentre il mondo, che un tempo scriveva gli accordi economici e ne dettava le regole nell’idioma della burocrazia europea , passa avanti e se ne frega della corrotta Presidente Von der Leyen.
Eugenio Preta