Furto al Louvre

La Francia si mostra al pianeta per quello che è diventata: un misto tra una commedia di Gilberto Govi e una vera giungla urbana.

A proposito del furto dei gioielli imperiali in una delle gallerie del Louvre, tutto ciò che sappiamo è già stato scritto. Dei ladri nessuna notizia,   i gioielli sono perciò introvabili e la polizia si attacca al tram…secondo la formula consacrata dalla stampa della piazzetta s. Vincenzo ( Messina nord).

Forse è il momento di ridere per non essere costretti a piangere e dire: ” mi dispiace molto allegramente“ come diceva il grande Alfonso.

In effetti, si ride, si ride, ma questa storia è simbolica per diversi motivi.

In primo luogo, la Francia si mostra all’intero pianeta per quello che è diventata: Parigi, scenario teatrale per turisti guidati, è presentata al mondo come una successione di tappe prestigiose, eleganti e piene di storia. In realtà, è una pozza  di acque reflue in cui nuotano, come crostini in una brutta bouillabaisse , i resti di una grandezza passata.

L’irruzione di delinquenti disinibiti, in pieno giorno, in mezzo alla strada, in un Louvre devitalizzato, ne è una nuova prova lampante. E a ben guardare la Parigi di una volta , in un confronto impossibile tra le lotte studentesche nel quartiere latino di un tempo e il “sentimento di insicurezza” contemporaneo è ormai improponibile

Eugenio Preta

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