CULTURA ITALIANA IN BELGIO… UN AFFARE PRIVATO !!

Bruxelles, 16 marzo 2001

Eppure il teatro dell’Istituto Italiano di Cultura era stato inaugurato a Bruxelles, il 24 novembre 1994, in pompa magna con tanto di sovrani e ministri dei due paesi. Poi, come sempre, dietro la facciata il nulla.. o quasi!


L’Istituto Italiano di Cultura, per principio, dovrebbe essere aperto a tutte le associazioni che vorrebbero fare o creare qualcosa, ma sin dalla sua nascita, queste associazioni hanno trovato una serie di ostacoli, spesso insormontabili:


1°) la richiesta del pagamento delle spese di pulizia e sorveglianza;


2°) la non collaborazione delle persone preposte all’Istituto che dovrebbero fare tutto affinché l’associazionismo, che attualmente esiste sulla carta, possa esprimersi;


3°) la inisistenza di quell’ente chiamato COM.IT.ES (Comitato degli Italiani all’estero) che dovrebbe avere il compito di promuovere iniziative di carattere sociale e culturale, scolastico e sportivo, nell’ambito della comunità italiana della rispettiva circoscrizione.

FIGLI E FIGLIASTRI

L’ALTRA SICILIA nel tentativo di consolidare il rapporto con la comunità siciliana residente in tutto il Belgio, ha inteso organizzare a Bruxelles una rassegna cinematografica dal titolo “LA SICILIA NEL CINEMA. TRA MITO E STORIA”, manifestazione che, di regola, avrebbe dovuto svolgersi presso l’Istituto Italiano di Cultura.

L’ALTRA SICILIA si è vista però rifiutare la possibilità d’organizzare tale manifestazione in quanto, come riferito dall’attuale direttrice dell’Istituto, Prof.ssa Miori, e confermato con tanti giri diplomatici da S.E. l’Ambasciatore Cortese, di origine nissena, avremmo dovuto sbrigacerla da soli. Certamente qualcuno pensa di essere ancora in regime monopolistico e continua una gestione dellla cultura secondo schemi e regole che ormai hanno bisogno di venire rivisitate ed adattate alle esigenze di tutti.

La vicenda dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles è sintomatica della gestione clientelare e speculativa che caratterizza l’Istituto. Forse chi lo dirige ha dimenticato di essere un funzionario dello Stato Italiano, e di essere al servizio di questo stato. E quando parliamo di Stato parliamo soprattutto di noi italiani che viviamo all’estero e che questo Stato ha dimostrato di tradire spesso, non ultimo con la beffa del voto all’estero, tanto richiesto da un galantuomo come l’on. Tremaglia, che di questa battaglia ne ha fatto lo scopo di una vita.

Orbene una associazione dai bilanci misteriosi, che beneficia a piene mani di contributi pubblici, ha autenticamente monopolizzato il teatro dell’Istituto di Cultura, organizzando biennali del cinema, rassegne annuali e mensili di cinematografia, usufruendo gratis della struttura esistente, ma facendone pagare poi la fruizione al cittadino. Già è contestabile la forma minimalista con la quale si promuovono le iniziative nella Capitale europea. Si tratta di semplici fotocopie che rendono un’immagine dell’Italia distorta e da paese sottosviluppato – è ciò sarebbe comprensibile se non ci fossero i ricavi della vendita dei biglietti, degli sponsor e dei contributi elargiti da Cinecittà International, dal Dipartimento dello Spettacolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ecc.

L’ALTRA SICILIA vuole ricordare a chi pretenderebbe di monopolizzare ogni iniziativa su un servizio culturale dovuto alla comunità, in questo caso il cinema, che ostacolando lo svolgersi di una rassegna cinematografica che non possono controllare perchè proposta da altri, offende tutta la comunità siciliana, la sua voglia di partecipazione e di crescita culturale e trascura il suo dovere di informazione.

L’ALTRA SICILIA ricorda che esistono disposizioni governative che obbligano chi utilizza il teatro a consentire l’ingresso gratuito a tutti (ricordiamo che ci troviamo in extraterritorialità) specie nel caso di un’iniziativa ritenuta da tutti culturalmente valida. Contestiamo perciò la gestione dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, che si avvale della collaborazione di due pensionati d’oro dell’Unione europea che utilizzano la copertura dell’Istituto per fini chiaramente e sfacciatamente commerciali.

L’ALTRA SICILIA si domanda dove siano i controlli della SIAE (Società Italiana Autori Editori) o l’equivalente belga SABAM, e ricorda che non chiede, come invece potrebbe, di conoscere i bilanci di una asbl privata che gestisce centinaia di milioni pubblici, perchè ricorda che questo spetterebbe al Consolato, all’Ambasciata e allo stesso direttore dell’Istituto, oltre al Ministero delle Finanze Belga ed Italiano.

L’ALTRA SICILIA ha chiesto soltanto di poter usufruire delle strutture e dei servizi. Visto il rifiuto ottenuto, protesta e ricorda che l’Italia, non può avere figli e figliastri, soprattutto all’estero.

IL NEMICO DELLA SICILIA : IL SICILIANO

L’ALTRA SICILIA ringrazia la Sig.ra Miori, quando nel ricordarci del suo viaggio in Sicilia, nel maggio del 1999, per concordare con le allora autorità regionali una serie di manifestazioni a Bruxelles, ci ha manifestato il suo amore verso la nostra terra, ma alla luce delle sue ultime dichiarazioni abbiamo capito il motivo del suo rifiuto alla nostra rassegna: utilizzare la nostra idea per inserirla nella serie di manifestazioni da Lei concordate con quegli ascari della “Colonia Sicilia”.

Non serviva affatto ricordarci di amare la Sicilia, perché sappiamo da sempre che il nemico della Sicilia è lo stesso Siciliano. Basta pensare che l’organizzazione di queste manifestazioni le è stata offerta in quanto la “Colonia Sicilia” non riconosce l’associazionismo che opera all’estero, ma soltanto l’associazionismo presente in Sicilia. In definitiva è l’attitudine tipica dei colonizzati quella di delegare ad altri, purché non siano siciliani, le iniziative a favore della propria Regione.

Forse la signora non sa che la Regione Siciliana possiede uno statuto di autonomia che se soltanto fosse stato messo in opera, avrebbe consentito alla Sicilia di raggiungere parametri europei già negli anni 50, uno statuto di autonomia che oggi viene invocato da regioni come Lombardia o Veneto e che noi, conquistato con una vera lotta armata già nel 1946, non siamo mai riusciti a rendere operativo.

Forse la signora non sa che esiste anche un Parlamento Siciliano, istituito da Federico II, e che quella Siciliana è la più antica forma di rappresentanza parlamentare, preesistente anche a quella anglosassone, da tutti ritenuta la più antica.

Forse la signora non sa, come non lo sa la nostra comunità, che la Regione Siciliana, pur dotandosi di una sua bandiera, ad esempio, ha approvato una legge apposita per non esporla, quasi a vergognarsene.

Forse la signora non sa che lo stesso ufficio di rappresentanza della Regione Siciliana, istituito a Bruxelles, è stato delegato alla Confindustria. Forse la signora non sa che la “Casa Sicilia” che si sta organizzando a Parigi, per la cui esistenza la nostra associazione si batte da tempo, è stata affidata alla Camera di Commercio di Parigi, proprio in dispregio ai suggerimenti che avevamo raccolto tra i siciliani e che volevano Casa Sicilia a Bruxelles.

Questo è la caratteristica più vergognosa e negativa della classe politica siciliana: delegare ad altri quello che la stessa comunità potrebbe organizzare da se stessa, obbligando poi questa stessa comunità a subire progetti e programmi elaborati da gente indifferente, alla fine, allo stesso senso di essere siciliano. Gente che, finora, ha nella migliore delle ipotesi, divorato miliardi pubblici in opere e iniziative che non hanno avuto nessun riscontro in favore della comunità siciliana.
Forse la signora non sa che invidia, gelosia, meschinità, ipocrisia etc… sono motori che spesso muovono le comunità umane, regola dalla quale neanche la nostra comunità siciliana può sottrarsi, ed è questo che ci fa male: confessare l’impotenza di fronte a quanti per anni si sono solo serviti della nostra emigrazione e non hanno fatto niente per venirle al contrario in aiuto.. Si dichiarino essi stessi rossi, neri, gialli, rosa o di tutti i colori dell’arcobaleno, nessuno invece si dichiara siciliano e fiero di esserlo.

Invece di essere orgogliosi del fatto che qualcuno voglia fare qualcosa senza tentennamenti e senza prendere tempo, automaticamente mettono in moto quel meccanismmo di autodistruzione che nessun’altra comunità che vive all’estero può eguagliare.

L’esempio di esponenti politici siciliani che sovvenzionano tante iniziative e tanta stampa, purchè queste iniziative non siano messe in opera da siciliani ci sembra emblematico.

Il Presidente della Provincia di Palermo infatti, a parole interressato alle iniziative siciliane, con i fatti – e i soldi -, invece foraggia iniziative del Nord. E questo è solo un esempio, come quello di quanti non hanno mai risposto, sebbene sollecitati, trincerandosi dietro un silenzio, che se rilevato da un non siciliano, potrebbe prendere i connotati dell’ omertà.

Fortunatamente esistono però anche uomini che la Sicilia la vivono in prima persona, nei pensieri e nei fatti. Non a caso tutta la provincia di Catania sembra essere risorta a nuova vitalità: è il caso del suo Presidente, On Nello Musumeci, che contribuendo a sostenere i nostri sforzi, ha dimostrato e dimostra di capire le esigenze e le aspirazioni dei siciliani che vivono lontano, contribuendo così al proseguimento dell’informazione culturale veicolata dal nostro bimestrale L’ISOLA che aiuta la nostra comunità a trovare le proprie radici dopo anni di oscurantismo.

Ecco perché, Egregia Signora, nell’opera di rinnovamento che L’ALTRA SICILIA, auspica, abbiamo ritenuto dover concentrare la nostra opera, tra l’altro, su una rassegna del cinema siciliano che, insieme al bimestrale “L’ISOLA” -, uno specchio scritto che serve proprio a ricordare ai nostri Siciliani che vivono e lavorano all’estero, e in Sicilia, la necessità di un riscatto civile e sociale della nostra terra, e ad abbattere, finalmente, nefasti stereotipi veicolati da stampa, televisione e cinema del nord (mafia, usura, corruzione, criminalità ecc.) – avrebbero contribuito a portare avanti il discorso di rinnovamento che deve passare soprattutto dalla rifondazione morale della mentalità e della classe politica siciliana.

Forse, signora, se Lei riuscisse a capire questo, comincerebbe sicuramente a capire un pò di Sicilia e poi ad amarla più profondamente di quanto ci ha dichiarato.

L’ALTRA SICILIA –


al servizio della Sicilia e dei Siciliani