L’Altra Sicilia al convegno ”Servire la Sicilia, non servirsene”


Si è svolto giovedì 12 aprile a Catania, alla Baia Verde, il convegno “Servire la
Sicilia, non servirsene
” che ha visto a raccolta una larga
rappresentanza composta da deputati nazionali e regionali, consiglieri
provinciali e comunali e rappresentanti della società civile e
proveniente da alcuni dei movimenti sicilianisti, autonomisti ed
indipendentisti presenti nell’isola. 

L’incontro è stato organizzato dal gruppo dei Nazionalisti Siciliani
di Erasmo Vecchio, con il contributo de L’Altra Sicilia.


A rappresentare L’Altra Sicilia, in sostituzione del presidente
Francesco Paolo Catania trattenuto a Palermo da pressanti impegni
politici, è intervenuto il responsabile dell’area di Catania e candidato al consiglio comunale di Palermo, dott. Antonio
Santagati
, il quale con un breve ma deciso intervento ha precisato la
linea politica e culturale alla quale il movimento de L’Altra Sicilia
intende attenersi.

Una linea che unisce i fatti con poche e ponderate
parole, in contrasto con quella che sembra essere la strategia della
classe politica siciliana attuale costituita da una marea di vuote parole
unite da qualche ‘fatto’ isolato e casuale.

Di seguito è riportata una trascrizione fedele, per quanto possibile,
dell’intervento del dott. Santagati:

“Buonasera a tutti, il mio nome è Antonio Santagati: pochi mi
conosceranno tra i presenti, non avendo io certamente
alle spalle una carriera politica simile a quella degli altri amici
intervenuti. Oggi in qualità di rappresentante de L’Altra Sicilia a
Catania e provincia porgo a tutti i presenti i calorosi saluti ed i
ringraziamenti del nostro presidente, Francesco Paolo Catania, trattenuto
in questi giorni a Palermo da pressanti impegni politici

Cos’è L’Altra Sicilia: L’Altra Sicilia è una associazione di diritto
internazionale che ha sede a Bruxelles e che ha le sue radici nella
diaspora siciliana, diaspora della quale io stesso faccio parte.

Essa si è recentemente costituita in movimento politico partecipando alle
ultime elezioni politiche nella circoscrizione estero di Bruxelles (per
intenderci quella dei famosi brogli elettorali di cui tanto ha parlato
Berlusconi, ma dei quali non si è poi fatto nulla) e da stamattina
presentando ufficialmente, primi all’apertura degli uffici di Palermo, una
lista autonoma con un proprio candidato sindaco, il professore Massimo
Costa, alle prossime elezioni amministrative della capitale.

‘Servire la Sicilia, non servirsene’, il titolo di questo convegno, è da
sempre uno dei nostri motti. L’obbiettivo politico e culturale principale
che ci poniamo è presto detto: la PIENA applicazione dello Statuto
dell’Autonomia Siciliana, cioè il ristabilimento della legalità. Ho
sentito prima qualcuno parlare di modifiche allo Statuto: noi diciamo
prima applichiamo quello che c’è, e poi se è il caso, discutiamo delle
eventuali modifiche.

Questo concetto di recupero della legalità tramite l’applicazione dello
Statuto, cari amici sicilianisti, autonomisti, nazionalisti,
indipendentisti, credo debba essere un obbiettivo comune ed irrinunciabile
per tutti noi e per tutti i siciliani per almeno due ordini di motivi:

1) La piena applicazione dell’Autonomia e già indipendenza in virtù del
pieno controllo della polizia e dell’istituzione dell’Alta Corte di
Giustizia.

2) Qualunque sia l’obbiettivo, anche la piena indipendenza, non possiamo
pensare alla Sicilia come avulsa dal sistema geopolitico mondiale:
presentare il nostro ideale come una battaglia di diritto sancita da
accordi internazionali (e la natura pattizia dell’Autonomia rende tale lo
Statuto, che ricordiamo è parte integrante della Costituzione Italiana)
è necessario per ottenere l’appoggio se non di altri governi, per lo meno
dell’opinione pubblica internazionale.

Lottando per l’Autonomia si potrà ottenere o l’applicazione piena dello
Statuto, cosa che comunque significherà un accartocciamento del sistema
di sfruttamento dello Stato Italiano, o la messa in mora dell’Italia di
fronte alla comunità internazionale e la piena legittimazione della
battaglia indipendentista per la rottura del patto (leggi Statuto) da
parte dello Stato.

Noi de L’Altra Sicilia però crediamo che per questo obbiettivo non si
stia facendo abbastanza. Vediamo un gran parlare e pochi fatti. Questo è
il momento di agire con coraggio, e noi lo stiamo facendo presentando un
nostro candidato sindaco a Palermo nell’assoluta indifferenza di tutti.
Una candidatura che non vuole essere contro l’MPA e gli altri gruppi
autonomisti ad esso associato, ma che vuole dire basta alla politica dei
partiti nazionali dando un esempio che vorremmo anche l’MPA seguisse così
da formare quel fronte autonomista di cui si è tanto parlato. Noi non ci
chiudiamo: noi discutiamo con tutti quelli che vogliano dare una forma
sicilianista di sostanza alla loro lotta politica e che vogliano dire
basta alla politica dei partiti nazionali.

Da ultimo, cari amici, vorrei porre alla vostra attenzione un esempio
pratico:

Tutti sappiamo quale fu la scintilla che scatenò la guerra del Vespro:
una semplice parola poco garbata rivolta ad una donna siciliana dai
soldati francesi.

In questi due giorni abbiamo assistito a qualcosa di simile: da una banale
partita di pallone è nato una caso istituzionale, con organi arroganti,
quali la FIGC ed il TAR del Lazio, che si assegnano diritti che non
possono avere. Che non possono avere, si badi bene, non solo in virtù
della semplice competenza territoriale, ma proprio in virtù dello Statuto
della Regione Siciliana. Già questo potrebbe bastare per riportare la
questione dell’Alta Corte alla ribalta e sollevare un caso internazionale.
Eppure nessuno dei professoroni dell’Autonomismo, nessuno degli organi di
giustizia locali o degli avvocati ha nemmeno nominato lo Statuto. E, cosa
ancor più vergognosa, la parte lesa principale, cioè la Regione
Siciliana, non si è degnata nemmeno di aprire la bocca.

Grazie per l’attenzione.”


Ufficio stampa

L’Altra Sicilia-Antudo
Movimento politico dei
Siciliani “al di qua e al di là del Faro”